Boni homines, bona opera, bona verba

 

 

Quae stulta sunt mundi elegit Deus, ut confundat sapientes

1 C 1,27

 

Fraintendimenti

I termini di un dibattito che ha assunto ultimamente toni decisamente troppo accesi necessitano di un qualche aggiustamento, al fine di mantenere la lucidit indispensabile ad ogni progresso. Riflettiamo sui testi, saggi, libri; evitiamo preliminarmente di personalizzare troppo, soprattutto non meriti o demeriti, che riguardano altra sfera, ma limitiamoci ai risultati delle indagini di ciascuno. Se a qualcuno la mia in passato apparsa una critica molto dura, sproporzionata e polemica [1] me ne rammarico, ma tengo a sottolineare che lintenzione era del tutto diversa. Ancora tentiamo di fare il punto, districandoci tra equivoci, negazioni, concessioni e ammissioni.

Riprendiamo il cammino, sgombrando innanzi tutto il campo da alcuni fraintendimenti che possono falsare, quale pi quale meno, le posizioni rispettive. Comincio da me stesso. Non mi sono mai sognato di stigmatizzare lopera , e tanto meno la figura, di nessuno. N ho considerato alcuno dei miei lavori, mai, una pietra miliare [2]. Non ho mai qualificato nessuno come disattento, o pertinace, o reo, o colpevole, e non ho mai fatto alcuna considerazione con amarezza: sono aggiunte la cui responsabilit spetta unicamente al loro inventore, e che non si trovano nel mio lessico. Ho tenuto semplicemente a riflettere, per desiderio di chiarezza, prima per me, ma presumendo anche per altri, sullo stato di un settore di studi in cui mi sono provato ormai da gran tempo, con risultati che, variamente accolti, mi sono sembrati comunque degni di considerazione, e quindi in ogni caso legittimi. Ho creduto di poter cogliere in alcuni lavori, allora di fresca data, linee interpretative di tendenza, qualche evidente e meno evidente contraddizione, qualche forzatura di giudizio, in qualche caso inconsistenza del materiale documentario portato a suffragio, nellintento, modesto, di assodare il terreno su cui procedere. Nullaltro: chi mi ha giudicato severo censore ha totalmente frainteso [3].

Non ho mai detto neppure che la raccolta di ulteriori informazioni sia inutile [4]. Figuriamoci! Avrei negato la mia stessa fatica! Ho detto invece, che il bersaglio per noi che ci occupiamo di eresia bassomedievale deve essere evidenziato nellambito religioso, che veramente - ormai per riconoscimento unanime - spiega leresia. La valenza religiosa della visione ereticale della vita - quasi una tautologia - devessere al centro dellindagine, la considerazione religiosa del lavoro, della povert, dei ruoli sociali, dei rapporti familiari e di gruppo. Come stato detto efficacemente, gli eretici che si fanno tessitori, non i tessitori che si fanno eretici [5]. A questo mirava la mia osservazione circa limpossibilit, di fatto - non una convinzione - a redigere una tipologia ereticale, nonostante la massa raccolta delle informazioni [6]. Se lobiettivo si possa raggiungere solo a costo di forzati psicologismi [7] giudizio legittimo, ma allora non si confuti la mia asserita impropria paternit con i nomi di Dupr Theseider, Vinay e Capitani [8], come se lo psicologismo fumoso di cui mi si accusa fosse una mia esclusiva invenzione!

Esauriamo rapidamente il capitolo dei fraintendimenti. Non mi sono neppure lontanamente sognato di considerare leresia basommedievale insignificante [9] (per questo avrei speso tante fatiche?). Ho scritto: un insignificante fortemente reattivo [10], sintetizzando una riflessione diretta a mostrare come il pericolo ereticale vero non fosse quello contro cui si accan lapparato repressivo, non che non avesse alcuna consistenza! Al contrario il pericolo fu indubbiamente fortissimo: quello che prendesse respiro la convinzione che della istituzione ecclesiastica, cos come si era venuta configurando e come operava, non ci fosse affatto bisogno per la salvezza, anzi fosse dostacolo, e che il suo posto venisse preso dalla fiducia personale, in s e negli altri, nell'adozione di un metro di misura dei mezzi donei alla salvezza non garantito dall'istituzione ortodossa, soprattutto con il ricorso ad un'azione concreta non codificata, anzi neppure "prevista" [11]. Ed a conferma avevo poi mostrato come perfino la gerarchia vescovile ereticale, il metro oggettivo adottato dall'inquisitore, la struttura portante di una antichiesa, su cui si erano spese tante energie di studiosi vecchi e nuovi, si mostrasse inconsistente ad una analisi puntuale (e su questo nessuno ha fatto osservazioni di sorta!) [12].

Negazioni

Torniamo ora su qualche punto nodale, su cui, mi pare, si deve fare ancora chiarezza.

Il periodo compreso tra la fine del Duecento e linizio del Trecento - universalmente riconosciuto! - leresia si rivela priva di quelle connotazioni attribuitele dagli inquisitori e dai redattori di trattati e manuali inquisitoriali della prima met del Duecento [13]. Prendiamo atto con soddisfazione di un riconoscimento che, detto en passant, non ci pareva cos pacifico. Anzi accumuliamo linsoddisfazione degli studiosi per la stessa definizione di eresia che si fornisce, da Isidoro di Siviglia alla Scolastica, definizione diretta a riflettere sul ruolo della gerarchia ecclesiastica, non sulla vera natura degli eretici [14]. Ed allora grandemente rilevante che si ammetta: nella manualistica si pu talora avvertire il rischio che lautore trasformi le diverse eresie in ipostasi prive di qualsiasi nesso con la realt quotidiana [15].

 

Certo pur sempre che si tratta di eresia, comunque sia vero che il fenomeno ereticale [] [] quanto mai composito, diversificato a seconda delle aree, delle persone implicate, degli inquisitori e degli inquisiti, vivi o morti che siano [16]. Alllora al centro del dibattito che ci interessa dovrebbe essere la tensione spirituale che fu alla base di ogni manifestazione eterodossa. Ho detto dovrebbe, poich in realt, nonostante sia ormai definitivamente tramontata la stagione dellinterpretazione delleresia come epifenomeno delle tensioni sociali, anche presso i pi scaltriti cultori di cose ereticali la tentazione di muoversi in senso centrifugo ben pi che un rischio. Per quanto tendenza di non antica data [17] laccento posto sul sociale, piuttosto che sul religioso - in qualche caso inconsapevolmente, ma ancora pi significativo! - sembra spesso prevalente. Un Medioevo umano, biologico forse, certo non cristiano [18].

Affermare: Compito dello storico cercare di capire che cosa spinga gli inquisitori a connotare in tal modo siffatte persone, perch insomma un certo atteggiamento - e quale - sia ritenuto passibile della definizione di eresia [19], significa che leretico colui che linquisitore condanna, a prescindere da ci che leretico , crede e fa. Mentre dire, immediatamente di seguito: Di fronte alla condanna di un individuo quale eretico cataro legittimo chiedersi chi siano i catari, conoscerne lideologia cos come ci appare dai vari manuali e trattati, verificare se esista o meno una correlazione tra tale ideologia e ci che dellindividuo considerato ci dato cogliere attraverso le testimonianze conservateci dei processi [20], significa, in senso generale, che necessario (altro che legittimo!) per lo studioso restituire, per quel che possibile, la figura delleretico, in s, indipendentemente dallinquisitore. Ma allora contraddittorio pensare di poter arrivare a quellobiettivo mediante la presentazione che di lui fa linquisitore. La testimonianza processuale funzionale allinquisizione, ci dice chi , che cosa pensa e vuole linquisitore, non leretico. Ed inutile ricordare la solita - ma non sempre scontata - avvertenza che questo genere di fonti pur sempre un prodotto di una delle parti in causa [21], come se si trattasse di cosa ovvia e poco significante, una semplice avvertenza a margine. Da lungo tempo insisto col dire che la testimonianza inquisitoriale va presa cos come si presenta, non come uno specchio deformato. Linquisitore non bara: dice esattamente quello che ha capito e inteso come ereticale. Non dobbiamo intendere che leresia sia unaltra cosa. Quando dicevo che spesso leresia strumentale, non volevo significare che dietro laccusa speciosa stiano altri fini [22], ma che leresia, in mezzo a molti altri argomenti, uno strumento per affermare lautorit di chi muove quellaccusa, come del resto ha dimostrato egregiamente Capitani [23]. Molti sono i casi in cui possibile vedere le cose da due punti di vista opposti; il pi clamoroso quello di Pungilupo. Linquisitore mette locchio sui comportamenti non allineati che lo rivelano eretico; i sostenitori della sua santit su quelli che mostrano la sua piet, perfettamente ortodossa. Nessuno mente. Ma un conto leresia come vista dalla parte inquisitoriale, un altro lanomalo comportamento di Pungilupo visto come esperienza eccezionale di un cristianesimo tutto vissuto quotidianamente. Se noi cerchiamo di comprendere in che cosa consista quellatteggiamento che porta listituzione a percepirlo o a connotarlo come deviante [24] finiremo col restituire, una volta al traguardo, lideologia inquisitoriale, non ci che ha generato quel comportamento poi inteso come eresia.

Quando mi si osserva: Val la pena di ricordare che non spetta allo storico dare la patente di eretico, ma che essa si trova gi negli atti processuali [25]; Domande e risposte del tipo che cosa ci pu essere in tutto questo di eretico? Nulla, assolutamente nulla (Zanella Hereticalia 198) sono metodologicamente aberranti [26], mi si vuol dire in realt che non ha senso cercare di capire perch veramente uno sia stato ritenuto eretico. Anzi ci aberrante: guai ad esercitare uno spirito critico! Pare di sentir tuonare la voce dellinquisitore. Ma pi oltre si chiarisce: Non si tratta cio di valutare se un dato comportamento sia effettivamente deviante - non si danno patenti di sorta -, ma di cercare di comprendere perch alcuni individui adottino tale comportamento [27]. E non quello che appunto mi sono sempre sforzato di fare? Prendiamo un caso celeberrimo, su cui nessuno esercita un qualche sospetto: lecito o no chiedersi che cosa eretico nel credo di Valdo? Se s dobbiamo concludere che Nascita delleresia di Tadeusz Manteuffel tutto costruito su di una aberrazione.

Lerrore fondamentale quello di considerare tale malessere come lunica chiave interpretativa che apoditticamente consenta di ovviare a qualsiasi analisi di tipo dottrinario e renda inutile la raccolta di ulteriori informazioni [28]. Mi limito per il momento a registrare lammissione che la mia sia una chiave di lettura legittima, accanto al rifiuto di considerarla esclusiva, cos come il sincretismo ereticale, per me fonte di fraintendimento, parimenti legittimato, visto che non ha la valenza di unideologia costituita da una miscellanea di diverse accessioni; semplicemnte sottolinea lesistenza di siffatto sostrato [29].

Il pi grave errore che possa commettere uno storico quello di dar valore universale, quasi feticistico, ai risultati acquisiti su di unarea o campionatura geograficamente e cronologicamente limitata e definita. Ed questo lerrore che compie Zanella negando - sulla base delle indagini effettuate su altre specifiche e limitate realt - la singolarit dellesperienza apostolica-dolciniana [30]. Come dire: Calzolaio, non oltre le scarpe!. Ancora un divieto: o si indaga direttamente tutto, oppure non si pu esprimere un giudizio su quel che non il tuo orticello. Ci che da altri stato giudicato, perch legittimato da una indagine diretta, nessuno presuma di poter giudicare.

Per quanto in generale le conclusioni a cui son pervenuti Paolini, Merlo, Gonnet ecc. [] non si discostano da quanto richiesto da Zanella, proprio perch escludono la possibilit di un facile eticchetamento ed individuano nel fare e nellessere, anzich nellideologia, la supposta o indotta ereticit [31], non si pu ridurre ad un semplice disagio esistenziale la vicenda di Dolcino e di quegli apostolici che con lui combatterono o che in nome suo preferirono il rogo allabiura [32]. In quel caso la scelta, alternativa, esclusiva, si manifesta come adesione coerente e meditata ad una dottrina. Al massimo si pu concedere validit interpretativa diversa solo per alcuni: Essi [sincretismo e malessere] infatti sono, anche in area apostolica, applicabili a figure quali quelle di un Gerardo Segarelli, di alcuni apostolici della prima ora (ante 1300), di credentes e fautores del periodo successivo [33].Ancora: Non mi sento di escludere che lesperienza segarelliana scaturisca da una sorta di malessere di pura valenza spirituale [34].

Eppure leggiamo scritto recentissimamente che i movimenti ereticali bassomedievali sono caratterizzati da scelte e da opinioni religiose ed esistenziali e spesso privi di testi dottrinali significativi, che non fossero limitati a particolari esegesi di passi neotestamentari [35], e che che i valori ritenuti dagli eretici essenziali alla salvezza, e da loro tuttavia seguiti e vissuti, normalmente, senza una visione coerente e sistematica [36]? Coerenza e sistematicit invece essenziali per linquisitore a disegnare leretico; ma fondamentale al proposito losservazione di Capitani che si tratta di unesigenza di certezza per chi giudica, non per chi sia potenzialmente giudicabile [37].

Il nocciolo di una dottrina alternativa sarebbe provato dalla sostanziale coincidenza delle fonti nel riassumere quelli che sono i capisaldi del pensiero dolciniano [38]. Evitiamo accuratamente ogni rischio, e vediamo solo i casi, inconfutabili, che ci addita copme paradigmatici Orioli [39].

Zaccaria di SantAgata [40] interrogato nel maggio del 1299 dallinquisitore se lecito al papa intimare di abbandonare modum vivendi degli apostolici, non risponde recisamente ma con un distinguo: si deve obbedire in hiis que sunt secundum Deum. Interrogato se intenzionato ad abbandonare viam istam et modum vivendi, quem [ma sar quod, o forse anche quam] tenuit, ut dicit, novem annis, risponde che vuole andare peregrinus per mundum et pauper. Sostiene che la chiesa di Dio fu in uno stato di maggiore perfezione dal tempo degli apostoli fino a san Silvestro, piuttosto che da san Silvestro in poi, poich dopo di allora possedette ricchezze: quindi egli vuole seguire la via della chiesa primitiva, anche se considera che dal tempo di Silvestro in poi la chiesa sia stata, e quindi sia ancora!, in statu sanctitatis. Interrogato se il papa attuale abbia la stessa autorit di Pietro dice di s. Osservatogli che non ha licenza di predicare, dice che convinto di poter dire con la predicazione bona verba. Interrogato se uomo e donna non sposati possano toccarsi senza peccare, dice che dipende dallintenzione: chi perfetto non pu peccare. Tali atti sono meritori o no? Dipende: non sono certo un peccato mortale, e possono anche non essere peccato.

In un secondo interrogatorio [41] aggiunge che nessuno gli pu proibire il suo modo di vivere o scomunicarlo per questo. A riprova ricorda di essersi confessato da diversi sacerdoti che lo hanno regolarmente assolto pur sapendo il suo stile di vita.

In un terzo interrogatorio [42] abiura i suoi precedenti errori: ammette la liceit della scomunica, di aver tenuto finora un comportamento errato, che la chiesa e Silvestro non perdettero lo stato di perfezione ricevendo da Costantino bona temporalia, che i contatti carnali fuori del matrimonio sono peccato grave, che non lecito vivere di elemosina. Promette di cambiar vita. La sentenza [43] riassume i verbali degli interrogatori.

Commenta a questo punto Orioli: Mancano [] elementi ereticali dotati di originalit tale da distinguere la nuova setta dai vari gruppi pi o meno eterodossi dispirazione pauperistica [44]. Ogni aggiunta sarebbe superflua.

Nel 1303 Zaccaria di nuovo oggetto dindagine. Sottoposto ad interrogatorio [45] giura di obbedire allinquisitore, ma solo per quel che riguarda la fede, mentre rifiuta di denunziare chi gli aveva dato da mangiare e da bere, o lo aveva accolto, e di voler rinunciare alla sua vita, scilicet apostolorum sive pauperum. Confessa di avere, dopo la precedente abiura, seguito doctrinam, credenciam, vitam et septam ac societatem Gerardi Segarelli, Dolcini de Novaria et suorum sequacium. Aveva abiurato contro coscienza, mentre ora reciso nel credere quel modo di vita bonam, veram, sanam et catholicam, ed convinto di salvare animam suam observando dictam vitam et modum apostolorum. In che consiste? Pregare, meditare sulla vita e passione dei santi, in caso di necessit chiedendo elemosina, mantenersi in povert, dando tutto ai poveri e non possedendo nulla. Si deve predicare ed esortare tutti, fideles et infideles a credere in Dio uno e trino, nella sua passione per la salvezza del genere umano, nella sua discesa agli inferi, e nella sua resurrezione. Crede nella vita e nei detti dei profeti, apostoli e dottori. Crede nella successione di quattro momenti nella storia della chiesa: dallincarnazione di Cristo a san Silvestro; da Silvestro a san Benedetto; da Benedetto a san Domenico e Francesco (ma oggi questi frati non sono nella pienezza della perfezione dei fondatori). Lultimo tempo quello della povert: in accordo con esso sono Zaccaria e quelli simili a lui, e tutti coloro, frati predicatori e minori, chierici e monaci, che vivono di beni spirituali. Considera buona la chiesa, ma i suoi pastori non intendono a fondo profeti e lApocalissi, se non per rivelazione divina. A Dolcino stato rivelato qualche cosa degli eventi futuri: lo stato di povert, di cui fanno parte Dolcino e i suoi, ma anche quelli a loro simili fratrum predicatorum et minorum et clericorum et monachorum, durer fino alla fine del mondo.

Successivamente [46] confessa anche i nomi di chi lo ha accolto. In particolare linterrogatorio del 16 dicembre [47] riguarda la dottrina di Dolcino. Zaccaria comincia col citare un scritto che inizia: Omnes grossi et omnes sitiles qui cognoscunt bonum a malo, su cui per non dice altro. Fa quindi cenno ad un qualche altro scritto relativo alla povert quam dixit quod nesciret bene explicare. In esso erano anche le teorie sui tempi della storia della chiesa, bona, casta, paupera et persecuta al tempo di Cristo, bona, casta, dives et honorata al tempo di Silvestro. Nel tempo presente la chiesa mala, dives et honorata. Con Gerardo e Dolcino inizi il tempo di una chiesa bona, casta, paupera et persecuta. Dolcino e i suoi possono avere rapporti carnali senza peccato. Interrogato risponde che papa, prelati ed inquisitori non possono ordinare loro di abbandonare il loro stile di vita, e le loro scomuniche in hoc non hanno valore, n si deve loro obbedienza. Dolcino ha per rivelazione dottrina e conoscenza delle scritture. Dolcino insegna che la Babilonia dellApocalisse la chiesa di Roma, che deve essere distrutta per i suoi peccati. Rivela molte cose alla luce delle scritture su Federico di Sicilia, ed altri re che devono venire in Italia, e di un certo papa santo, della stessa fede di Dolcino, che riporter la chiesa nello stato in cui era al tempo di Cristo. In tutto ci Zaccaria crede, e creder fino alla morte. Dice ancora che due personaggi nominati, condannati e bruciati come eretici, erano boni homines, morti in stato di grazia ed ora nella vita eterna.

Tenuto conto che nel 1303 Zaccaria conferma la sua fede del 1299, confrontanto i verbali dei processi ricaviamo che nel secondo, in pi rispetto al primo, la dottrina di Dolcino sui tempi, pi che altro futuri, della chiesa. Ma sul piano del modum vivendi non cambiato nulla. E si torni su di esso: pregare, meditare sulle vita dei santi, in caso di necessit chiedendo elemosina, mantenersi in povert, dare tutto ai poveri, non possedere nulla, predicare ed esortare a credere in Dio uno e trino, che ha patito ed disceso agli inferi ed il terzo giorno risorto; credere nella vita e nei detti dei profeti, apostoli e dottori, quali ci sono stati tramandati. Oltre il nebbioso escatologismo del papa e dei re a venire, che viene indubbiamente da Dolcino, che cosa - continuo testardamente a chiedermi - di eretico in tutto questo? Che peso ha la dottrina alternativa?

Passiamo a Rolandino de Ollis. Nellinterrogatorio del 16 dicembre 1304 [48] dice di credere che i dolciniani abbiano la stessa fede degli apostoli, profeti e dottori della chiesa. Il 22 settembre [49] non risponde alla domanda se papa e inquisitori gli possono intimare di abbandonare vitam quam servavit. Crede in ci che Dolcino dice di Federico e dello stato passato, presente e futuro della chiesa. Crede che Pietrobono, Diolaito, Paolo, Gerardo Segarelli e Zaccaria, condannati e bruciati come eretici fossero boni homines, morti in stato di grazia, ed ora nella vita eterna. Lo stesso giorno [50] rende conto minutamente dei suoi spostamenti, ed altro aggiunge in proposito il 6 ed il 7 ottobre [51].

Anche in questo caso, invece della dottrina, risulta significativo il continuo peregrinare in un ambito geografico non di corto respiro di Rolandino, vera anima in pena.

Pietro dal Pra subisce la sentenza di condanna l8 ottobre 1304 [52], lo stesso giorno della sentenza contro Rolandino. Latto come di consueto formalmente ineccepibile quanto generico: sequendo et tenendo vitam et doctrinam et septam predictorum Dolcini et suquacium suorum [] asserentes et dicentes Romanam Ecclesiam bonitatem et sapienciam perdidisse et significari et figurari pro civitate Babillonie [] et scripturas sacras falso in pluribus locis. Dal verbale dellinterrogatorio [53] risulta che non riteneva di dover obbedire alle eventuali ingiunzioni del papa a cambiare vita, ma aggiunge che non pensa che il papa lo farebbe. Conferma di voler restare nella fede di Dolcino, che giudica melior et salubrior (si noti! Non: esclusivamente) di quella dei frati predicatori e minori e degli altri ecclesiastici. Anchegli aveva peregrinato a lungo e variamente [54]: la sua vicenda non molto diversa da quella di Rolandino.

Giovanni Gerardini [55] condannato perch sostenne che modus vivendi et doctrina dicti Dolcini est et erat melior quam modus vivendi et doctrina fratrum predicatorum et minorum et aliorum religiosorum et prelatorum. Nulla di nuovo e diverso.

Zulittina Pellegrini [56] diceva di aver avuto una rivelazione divina: religiosi omnes et clerici in brevi debebant dispergi et consurgere debebant quidam fratres qui publice predicarent; inperium in brevi debebat prosperari; papa in brevi debebat mori; post quem debebat fieri alius tempore [!?] cuius supradicta persecutio contra religiosos et clericos debebat consurgere. Credeva [57] Dolcino e Gerardo santi; che male ha fatto la chiesa a condannarli come eretici; che la loro interpretazione delle scritture era veritiera; che non avrebbe mai obbedito allingiunzione di non credere in loro.

Dire che qui coincidenza piena col credo dolciniano mi sembra azzardato. La rivelazione personale, la disistima per il clero regolare e secolare, sono del resto comunissimi in eretici che possono essere di tutto tranne che dolciniani. E non troviamo scritto a chiare lettere: i movimenti ereticali provengono da una fase di assoluta ortodossia [58]? E ancora: pi spesso si d il caso che lerrore dottrinale trovi una sua elaborazione quando ormai la rottura con la Chiesa stata gi sancita: basti pensare ai valdesi e agli apostolici/dolciniani [59]? Vale a dire: prima viene la scelta eterodossa, e poi, eventualmente, una qualche giustificazione dottrinale. Eppure quando abbiamo detto che la scelta di resistere armati significa la fine della fase feconda delleresia, ci stato detto che dicevamo cose incomprensibili [60].Mi pare infine rilevante che si ammetta che linconsistenza ideologica, non la repressione inquisitoriale, segna inequivocabilmente la crisi del movimento apostolico [61].

Quando si constata che gli eretici sono presentati dai polemisti cattolici come o illetterati o magistri, sapientes nell'alterare l'interpretazione delle Scritture, la constatazione non trascina alla conclusione che siamo di fronte ad una palese contraddizione, e che fra gli eretici sono uomini di cultura, che di quella cultura fanno strumento per elaborare una dottrina diversa da quella ortodossa [62], ma solo che gli eretici intendono le Scritture in modo eterodosso. Se l'accusa ricorrente che gli eretici dogmatizant, affermano senza la necessaria conoscenza esatta delle Scritture, ci non significa che gli eretici danno prova di un profondo esercizio intellettivo [63], ma esattamente il contrario. Ma soprattutto che l'inquisitore non in grado di intendere le posizioni assunte dagli eretici se non con caratteri di adeguamento ad una dottrina, e pu impegnarsi contro di loro solo su quel terreno. Mentre invece la coincidenza dottrinale, nei casi dei dolciniani visti sopra quasi irrilevante perch modestissima, ed anzi proprio coincidenza in quanto la consistenza dottrinaria di Dolcino e dei suoi modestissima. Si gi ammesso che an absence of profound theological culture was a characteristic of the first Italian perfecti, e che se i libri non furono assenti, la cultura scritta alle origini del catarismo ebbe only marginal significance, e che istruzione nell'esegesi biblica ci sar magari stata, come premessa alle missioni ereticali, ma non ne esiste documentazione [64]. L'apparire poi di espressioni quali doctrina manicheorum, manicheorum doctor, solo fideisticamente possono essere intese come segni inequivocabili della presenza di una cultura dotta, in particolare fondata sui libri [65]. Come diversamente avrebbero potuto definirli i polemisti? Quanto poi ai testi-guida, l'Interrogatio Iohannis, la Visio Isaiae, il Liber de duobus princippiis, nessuno ne pu negare evidentemente l'esistenza, ma a parte i fondati dubbi, avanzati da pi parti e da gran tempo, sulleffettiva incidenza di quei testi nel credo ereticale [66], quando mai li troviamo poi ricordati non dico negli atti dei processi, ma perfino nei polemisti? E questa congerie di irrational fables, fantastic tales, biblical reminiscences, uncanonical or apocryphal christian legends, and fragments of Hebrew apocalypse and popular tradition sar una extraordinary literary, stimoler poeticamente quanto si vuole i magistri catari [67], ma che peso poteva avere nel comportamento accertabile degli eretici?

Credere insoddisfacente la categoria interpretativa della marginalit ereticale perch non esclusiva degli eretici [68] consegue dallassunzione acritica di un postulato storiografico: se non cos gli eretici sono presentati dallinquisizione, dai trattatisti, dai giuristi della gerarchia ortodossa, non cos essi sono. Francesco non pu essere accostato a Valdo: la dottrina dei due deve contrapporli. E invece la netta divaricazione tra presentazione delleresia e suo reale manifestarsi, verificabile in lungo ed in largo, non solo porta a concludere proprio in quel senso, ma risulta in ultima analisi la ragione dellinsoddisfazione di chi invece alla continua, infinita, e sempre frustrante ricerca della conferma della presentazione [69]. Francesco e Valdo non solo realmente si accostano, ma si deve accostarli per capire leresia di Valdo. In realt conferire al mondo ereticale gli stessi attributi dellistituzione cattolica, accettare dunque in toto la presentazione delleresia da parte dellOfficium fidei, finisce col vanificare, paradossalmente le vere ragioni della divaricazione: linsanabile contrasto tra istituzione e scelta soggettiva [70].

 

 

Concludiamo allineando semplici acquisizioni.

Leresia il frutto di una insoddisfazione religiosa.

Linsoddisfazione per un senso di incompletezza del proprio essere cristiani, non appagato dal modello, per lo pi sentito come incoerente e inefficace, quando non falso ed ipocrita, fornito dalla gerarchia ecclesiastica, soprattutto dai nuovi ordini mendicanti, ormai accampati prepotentemente sulla scena della manifestazione religiosa, pubblica e privata. Che cosa , se non questo, il desiderio di predicare in proprio, anche senza esserne autorizzati? Questa la vera alternativa ereticale, si badi, non sul piano di una diversa proposta di fede, ma su quello di una reale corrispondenza tra la dottrina secolare della chiesa, per quanto intesa semplicemente, e la prassi quotidiana.

Leretico, continuamente incerto sulle scelte da fare, decide, non senza titubanze, di agire, credendo di poter superare nella sollecitudine verso gli altri, nella carit, nei pi vari contatti umani, nella piet, oltre che nella devozione tradizionale, la propria insicurezza. Le dottrine ereticali possono accompagnare, come giustificazione del proprio operato, quella scelta di vita, ma non ne sono sicuramente allorigine: non la dottrina, la durata nel tempo delle convinzioni nella diversa gestione del tempo della salvezza davano la misura dellindividualit della scelta (=eresia) [71].

Per questa ragione lintervento dellinquisitore non in grado di incidere profondamente, orientato comՏ alla classificazione dottrinale.

Leresia alla lunga muore per questa sua labilit di fondo, che impedisce il formarsi di un apparato istituzionale.

Lincapacit di sentirsi protetti, garantiti nella propria ansia di vivere cristianamente dal sistema sociale-religioso la vera genesi delleresia.

In estrema sintesi la dottrina ereticale si pu condensare drasticamente ma efficacemente: boni homines, bona opera, bona verba.

 



[1] L. Paolini Esiti ereticali della conversione alla povert  in La conversione alla povert nellItalia dei secoli XII-XIV Spoleto, CISAM 1991 (Convegni di Todi 27) 174 nota 101.

[2] Fraintendimento nel fraintendimento: il rimando in R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)203 errato: allavvio, nel luogo citato, rimandavo alla discussione svolta col titolo Leresia catara fra XIII e XIV secolo: in margine al disagio di una storiografia, apparso nel 1979 (una decina danni fa, e rinvio esplicito nella nota 1 del mio Hereticalia italica), e non al mio Malessere ereticale.

[3] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)203.

[4] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)209.

[5] H. Grundmann Movimenti religiosi nel Medioevo Bologna, Il Mulino 1974 25, ripreso da J. Le Goff Il tessitore nella societ medievale in Produzione, commercio e consumo dei panni di lana (nei secoli XII-XVIII) Firenze, Olschki 1976 (Atti della IIa settimana di studio dellIstituto Datini di Prato) 10, entrambi richiamati opportunamente in L. Paolini Le umiliate al lavoro in Donne e lavoro nellItalia medievale a c. di M. G. Muzzarelli, P. Galetti, B. Andreolli, Torino, Rosenberg & Sellier 1991 143.

[6] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)209 nota 20.

[7] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)211 nota 24.

[8] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)204-05.

[9] L. Paolini Leresia e linquisizione. Per una complessiva riconsiderazione del problema in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino II. La circolazione del testo Roma, Salerno 1994 379.

[10] G. Zanella Leresia catara fra XIII e XIV secolo: in margine al disagio di una storiografia BISI 88 (1979) 258 (qui supra OOO).

[11] E si vedano ora le conclusioni di O. Capitani Eresie medievali o Medioevo ereticale? Proponibilit in un dilemma storiografico in Societ, istituzioni, spiritualit. Studi in onore di Cinzio Violante Spoleto, CISAM 1994 162: catari, valdesi, fratelli apostolici, seguaci del libero spirito - quelle che noi chiamiamo le eresie medievali - vanno quindi non trascurati nelle ricerche, ma analizzati nei loro elementi di religiosit residuale nonostante la pressione del conformismo imposto dallistituzione, anche per capirne i collegamenti con la nascita del modello di individualit moderna.

[12] G. Zanella  Itinerari ereticali: patari e catari tra Rimini e Verona Roma, ISIME 1986 19-42 (qui supra OOO).

[13] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)204 nota 5.

[14] L. Paolini Leresia e linquisizione. per una complessiva riconsiderazione del problema in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino II. La circolazione del testo Roma, Salerno 1994 361-73, in particolare 365: I punti di vista teologico/esegetico, canonistico, sociale, politico, religioso, nel sostenere in esclusivit o in enfatica prevalenza un aspetto, o nella varia combinazione gerarchica di essi, forniscono interpretazioni diversificate e talvolta non componibili.

[15] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)206 nota 15.

[16] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)209.

[17] O. Capitani Eresie medievali o Medioevo ereticale? Proponibilit in un dilemma storiografico in Societ, istituzioni, spiritualit. Studi in onore di Cinzio Violante Spoleto, CISAM 1994 145-49.

[18] O. Capitani Eresie medievali o Medioevo ereticale? Proponibilit in un dilemma storiografico in Societ, istituzioni, spiritualit. Studi in onore di Cinzio Violante Spoleto, CISAM 1994 147 nota 5.

[19] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)206.

[20] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)206.

[21] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)206.

[22] L. Paolini Leresia e linquisizione. per una complessiva riconsiderazione del problema in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino II. La circolazione del testo Roma, Salerno 1994 380.

[23] O. Capitani Legislazione ereticale e strumento di costruzione politica nelle decisioni normative di Innocenzo III Boll. d. Soc. di Studi Valdesi 140 (1976) 31-53; Capitani Patari in Umbria: lo status questionis nella recente storiografia Boll. dellIst. Stor. Art. Orvietano 39 (1983 [ma 1988] 37-54.

[24] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)208.

[25] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)207 nota 17.

[26] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)208 nota 17.

[27] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)208.

[28] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)209.

[29] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)208-09; 209: io accetto sia il sincretismo ereticale sia il malessere ereticale come possibili strumenti di lettura di specifici episodi e di singole esperienze.

[30] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)209.

[31] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)208.

[32] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)209.

[33] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)209.

[34] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)210.

[35] L. Paolini Leresia e linquisizione. per una complessiva riconsiderazione del problema in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino II. La circolazione del testo Roma, Salerno 1994 363-64.

[36] L. Paolini Leresia e linquisizione. per una complessiva riconsiderazione del problema in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino II. La circolazione del testo Roma, Salerno 1994 380.

[37] O. Capitani Eresie medievali o Medioevo ereticale? Proponibilit in un dilemma storiografico in Societ, istituzioni, spiritualit. Studi in onore di Cinzio Violante Spoleto, CISAM 1994 151.

[38] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)212.

[39] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)212 nota 31.

[40] Acta S. Officii Bononie edd. L. Paolini - R. Orioli, Roma, ISIME 1982 (FSI 106) 52-54 atto 25.

[41] Ibid. 62-63 atto 34.

[42] Ibid. 66-68 atto 38.

[43] Ibid. 315-18 atto 570.

[44] Ibid. 315 nota 1.

[45] Ibid. 388-92 atto 611.

[46] Ibid. 392-94 atto 612; 394-97 atto 613; 397-98 atto 614.

[47] Ibid. 398-400 atto 615.

[48] Ibid. 400-02 atto 616.

[49] Ibid. 402-03 atto 617.

[50] Ibid. 403-09 atto 618.

[51] Ibid. 498-500 atto 715; 503-04 atto 720.

[52] Ibid. 348-50 atto 586.

[53] Ibid. 495-97 atto 714.

[54] Ibid. 504-06 atto 721.

[55] Ibid. 701-05 atto 917.

[56] Ibid. 593 atto 800.

[57] Ibid. 707-11 atto 919.

[58] L. Paolini Leresia e linquisizione. per una complessiva riconsiderazione del problema in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino II. La circolazione del testo Roma, Salerno 1994 366.

[59] Ibid. 366.

[60] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)213 nota 37.

[61] R. Orioli Pro heresi, hereticis et eorum fautoribus BISI 95 (1989)211: E del fatto che si debba registrare lassenza di una qualsivoglia ideologizzazione in Gerardo spia la stessa vicenda apostolica, che, tolti gli entusiasmi iniziali si trascina stancamente dal 1260 al 1300, anno in cui la repressione inquisitoriale riesce ad averla vinta sulle resistenze locali e colpisce duramente il movimento.

[62] L. Paolini Italian Catharism and written culturein Heresy and Literacy, 1000-1530 edd. P. Biller - A. Hudson, Cambridge, University Press 1994 83-85.

[63] Ibid. 85-86.

[64] Ibid. 86-87.

[65] Ibid. 88.

[66] L. Paolini Italian Catharism and written culturein Heresy and Literacy, 1000-1530 edd. P. Biller - A. Hudson, Cambridge, University Press 1994 93.

[67] L. Paolini Italian Catharism and written culturein Heresy and Literacy, 1000-1530 edd. P. Biller - A. Hudson, Cambridge, University Press 1994 93.

[68] L. Paolini Leresia e linquisizione. per una complessiva riconsiderazione del problema in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino II. La circolazione del testo Roma, Salerno 1994 383: se consideriamo come unificante il porsi delle eresie, nei tratti esistenziali, nei comportamenti religiosi devianti di gruppi consistenti della societ, nellassunzione in proprio del diritto di predicazione dei laici, nellitinerantismo, nella religiosit domestica e di gruppo, e nella scelta povera, ci accorgiamo che questa caratteristiche fenomenologiche non sono esclusivo patrimonio degli eretici, bens condivise dai predicatori itineranti del XII secolo fino agli apostolici di Gerardo Segarelli nel secondo Duecento, in fase di piena ortodossia. Ancora 384: Lo stesso individualismo religioso, come desiderio di partecipazione diretta alla propria salvezza senza il tramite della Chiesa, sembra non rispondere ai requisiti di denominatore comune, perch diffuso anche in ambito ortodosso e perch designerebbe leresia come un fenomeno avulso dalla societ relegandola allesclusivo ambito di una religiosit pi interiorizzata.

[69] L. Paolini Leresia e linquisizione. per una complessiva riconsiderazione del problema in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino II. La circolazione del testo Roma, Salerno 1994 383: se questa categoria storiografica stata ed fertile per la conoscenza degli eretici medievali, non pu tuttavia prescindere da un rinvio ad ipotesi teologiche [] che, pur grossolane e semplificate che fossero nella coscienza e nellelaborazione degli eretici, costituivano la loro forza e spessore culturale ed orientavano i loro comportamenti sociali.

[70] O. Capitani Eresie medievali o Medioevo ereticale? Proponibilit in un dilemma storiografico in Societ, istituzioni, spiritualit. Studi in onore di Cinzio Violante Spoleto, CISAM 1994 154.

[71] O. Capitani Eresie medievali o Medioevo ereticale? Proponibilit in un dilemma storiografico in Societ, istituzioni, spiritualit. Studi in onore di Cinzio Violante Spoleto, CISAM 1994 155.